Roberto Manfredi, regista, scrittore, musicista ed ex-discografico, ora nei panni di artista, compositore pubblicherà un album che farà discutere e lo farà in quel crocevia dove l’etere della musica sperimentale si fonde con le vette della tecnologia. Uscirà a breve, domani, e con una acclamata preponderanza “Machine Symphony” di Roberto Manfredi, il dottor in arte Manfreud. Quest’opera non si configura meramente come un tributo alle avanguardie sonore del secolo XX, ma si erige quale baluardo di un’era in cui l’arte e la scienza si incontrano in un connubio di armonia tecno-simbiotica abbandonando le canzonette e scavando all’osso della rivoluzione transumana. La genesi di questa sinfonia, spiega Manfreud, si radica in un profondo debito di gratitudine verso illustri innovatori quali Terry Riley, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno, Philip Glass, Vangelis e John Cage, i cui esperimenti hanno tracciato la rotta per nuovi orizzonti espressivi. Manfreud, seguendo le orme di tali pionieri, esplora le nuove dimensioni sonore che nascono dall’alleanza tra l’uomo e la macchina. L’elenco dei collaboratori in “Machine Symphony” legge come un veritiero pantheon della musica italiana contemporanea, con figure di spicco quali Patrizio Fariselli degli Area, Andy dei Bluvertigo, Oberlunar, Diego Marzi, Daniele Mignone e, non ultimo, Paolo Baltaro dei PILLHEADS, che insieme a Manfreud ne cura la produzione. Questa opera, esclusivamente strumentale, si presenta come un palcoscenico su cui convivono in armonia lingue e stili diversi, da tessiture elettroniche a sinfonie, da armonie concrete a composizioni minimaliste, impreziosite dall’uso di strumenti esotici e voci campionate di indiscussi maestri come Frank Zappa, Lawrence Ferlinghetti e Charles Bukowski.
In un recente post su Facebook, arricchito dall’eco del successo del suo libro più avvincente, “La musica del Futuro. Lo scenario artificiale.”, Roberto Manfredi ha rivelato alcuni dettagli interessanti riguardanti le sue collaborazioni. Il maestro Patrizio Fariselli, ha eseguito un arrangiamento col suo celebre Duduk, uno strumento ricco di storia e poesia. Manfredi esprime un profondo senso di onore e piacere nell’avere un musicista del calibro di Fariselli nel suo progetto.
“Non è da tutti avere nel proprio disco una partecipazione di questo livello,”
ha dichiarato con evidente orgoglio.
Intanto, ANDY dei Bluvertigo ha lasciato il suo segno improvvisando al sax su una delle tracce generate dall’AI, un’esibizione che Manfredi descrive come magistrale e coinvolgente. Manfredi aggiunge che l’apporto di ANDY conferirà all’album una tonalità di progresso e futuribilità, arricchendo in modo significativo il nucleo tonale del progetto.
In aggiunta, Oberlunar ha apportato al progetto il suo tocco artistico-artificiale, combinando le sue idee musicali con l’uso innovativo delle intelligenze artificiali da lui sviluppate che lavorano su principi di consonanza e dissonanza policromatica automatizzati. Principi dichiarati in una intervista inedita che sono tipicamenti ispirati al serialismo integrale e dai lavori di Karlheinz Stockhausen e direttamente proiettati e reinterpretati in questa epoca tecnologica. Come racconta Manfreud, in un tempo record di appena un’ora il “principe indiscusso dei meta-autori” Oberlunar, è riuscito a realizzare un arrangiamento eccezionale per il brano “Night in Gaza”. Il brano racconta del contrasto tra un pianista intento a suonare ed a ricercare l’armonia nel mentre incombono laceranti i bombardamenti intorno.
Manfredi ha anche approfittato dell’occasione per esprimere un pensiero sulla scena musicale italiana contemporanea. Pur riconoscendo il valore di eventi popolari come il Festival di Sanremo, ha sottolineato che in Italia ci sono:
“grandissimi musicisti che fanno arte e non canzonette da sonorizzazione dei centri commerciali.“
“Machine Symphony” si propone come un manifesto di come l’audacia nella sperimentazione e l’adozione di nuove tecnologie possano non solo convivere ma prosperare nell’ambiente musicale. In un’epoca in cui la musica spesso incline verso il commerciale privo di significato, “Machine Symphony” si distingue come un esempio di come l’arte possa elevarsi oltre le tendenze, offrendo un’esperienza sonora che sfida le convenzioni e invita all’esplorazione.
Con questo album, Manfredi e i suoi collaboratori non solo rendono omaggio ai giganti su cui si ergono ma aprono nuove strade per le future generazioni di musicisti e ascoltatori, dimostrando che la vera arte trascende i confini del tempo e della tecnologia.
In un recente comunicato Manfredi racconta che nel CD che uscirà a breve (mentre il vinile uscirà successivamente ), sarà randomicamente inserita una bonus track che si chiamerà: “The sound of sun”. In questa traccia Manfreud ha creato una composizione basata sulle sonorità del Sole, registrato dalla sonda Soho della NASA, un telescopio spaziale situato a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra che monitora costantemente la turbolenta attività del Sole, riuscendo così a convertire in suono, le onde elettromagnetiche e le vibrazioni solari registrate. Straordinario constatare nel brano, che l’attività solare ha una sua e vera e propria ritmica ripetitiva.
Manfreud è giunto alla produzione di questo album, dopo aver lavorato tanti anni nella discografia e nell’industria audiovisiva, e aver prodotto dischi e tracce di tanti artisti diversi, da Paolo Conte a Nicola Arigliano, da Freak Antoni a Roberto Benigni, dagli Area a Elio E Le Storie Tese, passando anche per registrazioni di concerti live di Gil Evans, Area Open Project, Don Cherry, Mauro Pagani della Premiata Fonderia Marconi (PFM) e Demetrio Stratos.
Ora Roberto guarda direttamente al futuro, che considera tale, come sviluppo pratico di ciò che si ingegna e si inventa nel presente:
“Alla mia veneranda età, ho deciso già dieci anni fa, di dedicare il mio ascolto alla musica strumentale e sempre meno alla canzone,che il mio amico Fabrizio De Andrè, sosteneva essere condizionata da troppi “lacci. Cioè condizionamenti imposti quali, il ritornello orecchiabile, la durata, la stesura tradizionale, il ritmo, il suono radiofonico, il testo comprensibile e il facile ascolto. La musica strumentale è un linguaggio universale comprensibile a tutti, che offre uno spazio infinito all’immaginazione umana. A maggior ragione che si lascia andare alla sperimentazione sonora oltre e ben lontano dal rumore di fondo della canzone pop contemporanea che non sa più raccontare la realtà presente, né tanto meno il mondo futuro”.
cit. Roberto MANFREUD Manfredi
ed a noi non ci resta nient’altro che guardare questa super band, anzi ascoltare.
Elisa Abate – Editorial Manager
Staff Obernauts of Oberlunar
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Che dire? Grazie! Articolo prezioso. Ce ne fossero così…..